I 7 errori da evitare dopo una fase di crescita aziendale repentina

Nonostante la crescita aziendale sia un obiettivo che ogni imprenditore cerca di raggiungere, possono esserci delle situazioni in cui crescere troppo velocemente, o in maniera disordinata, può portare dei risultati negativi e, in ultima analisi, può causare una riduzione del margine di profitto dell’organizzazione.

Questo succede perché si innesca un circolo vizioso in cui la Direzione dell’azienda non è più in grado di comprendere quali siano le priorità, è schiacciata da troppe decisioni operative e, soprattutto, non ha ben chiaro quali siano le attività core per l’azienda, sia in termini di offerta di prodotti e/o servizi sia in termini di clienti target. Nei prossimi paragrafi approfondiremo i sette errori da evitare in questa situazione e quali siano invece i passi da compiere per uscirne in fretta.

 

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I sette errori del circolo vizioso

1. Troppi prodotti o servizi

Che si tratti di una start up innovativa o di una piccola media impresa, capita spesso che si scelga di espandere la propria offerta, pensando che un ampliamento di gamma sia la scelta ottimale per aumentare le performance del business. Questo non è assolutamente vero: se non si hanno le risorse, il tempo e un’adeguata pianificazione strategica di lungo periodo, aumentare la gamma di prodotti offerti crea solo un effetto dispersivo e schiaccia il management dell’azienda in processi sempre più complessi.

2. Spendere sì, ma come?

Quando arriva il momento di reinvestire gli utili, e di prendere quindi una serie di decisioni puntuali per utilizzare al meglio le risorse, una gamma di prodotti e servizi troppo ampia causa una dispersione delle risorse. Se non si ha un’idea chiara dei propri obiettivi, né dei propri clienti target, è facile che le risorse a disposizione vengano “sprecate” in investimenti poco produttivi, o che portano l’azienda a perdere la sua identità di fronte ai clienti.

3. Clienti poco soddisfatti

I clienti si troveranno dunque di fronte a prodotti e servizi che non soddisfano più le loro aspettative, oppure i clienti target per l’azienda non verranno più intercettati a causa di azioni di marketing sbagliate e confuse.

4. Diminuzione della differenziazione

Se l’azienda si occupa di troppi prodotti e servizi e non ha ben chiaro quale sia il suo target di riferimento, è probabile che i consumatori inizino a confonderla con altri produttori o che non ne percepiscano più il valore in quanto fornitore di un determinato bene o servizio. Ecco che l’impresa diventa “una tra le tante” e perde la sua capacità di differenziarsi dai competitor.

5. Pressione sul management dell’azienda

Se i clienti sono sempre meno soddisfatti, il margine di profitto dell’azienda inizierà a diminuire. Ciò causerà una pressione maggiore sulle figure direzionali dell’impresa, che non avranno più occasione di fermarsi a riflettere ma continueranno ad essere imbrigliate in situazioni scomode, magari cercando di ridurre i costi (e le risorse umane) dell’impresa per mantenere lo stesso livello di margine.

6. Emergenza continua

Il management dell’azienda si troverà a dover affrontare quotidianamente una serie di decisioni operative, le quali risulteranno sempre più complicate tanto meno si avranno chiari gli obiettivi di lungo periodo da raggiungere. Ci si troverà in una situazione di continua emergenza.

7. Priorità non chiare, assenza di pianificazione strategica

Un’azienda che non dedica tempo e pensiero a pianificare le attività nel medio-lungo periodo è un'azienda che faticherà a mantenere la propria sostenibilità nel tempo in un’arena competitiva in continuo movimento e in un mercato di consumatori sempre più esigenti.

Come crescere bene: preziosi consigli

Ma come interrompere quindi il circolo vizioso appena descritto? La parola chiave, per gestire in modo corretto una fase repentina di crescita aziendale, è pianificazione strategica. A cui aggiungere anche le parole “a lungo termine”. Non lasciarsi schiacciare dalla quotidianità e dalle decisioni operative è fondamentale.

Ma come farlo? In primis, l’imprenditore dovrà imparare a dire di no a idee e progetti che, seppur buoni, non rientrano nella mission dell’azienda. In secondo luogo, sarà importante fidarsi dei propri collaboratori e saper quindi quando e cosa delegare.

Infine, è necessario costituire organi di governo con obiettivi chiari e distinti (Consiglio di Amministrazione, Direzione Aziendale ecc..) e mettere in piedi un sistema approfondito di contabilità analitica, per monitorare costantemente punti di forza e punti di debolezza dell’azienda. Da non dimenticare, inoltre, lo sguardo verso l’esterno: comprendere il mercato in cui l’azienda opera è un prerequisito per prendere decisioni strategiche in maniera corretta.

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