Quando si prepara la successione aziendale è molto importante curare quella che viene indicata come “corporate governance”, ossia una divisione dei ruoli di governo dell’impresa tale da conciliare in modo ottimale gli interessi contrapposti del capitale (gli azionisti), degli amministratori e della direzione (il management).
L’attuazione di una forma corretta di corporate governance, unita al rispetto delle regole di una buona e ordinata gestione, è infatti uno degli elementi principali che determinano il valore dell’azienda, anche e soprattutto nel caso delle PMI.
Questi due aspetti giocheranno quindi un ruolo determinante nella buona riuscita dell’operazione in quei casi in cui la valorizzazione dell’azienda riveste un’importanza cruciale per i protagonisti coinvolti, come per la vendita di una PMI o l’ingresso di nuovi soci o di finanziatori.
Nella tradizionale PMI a conduzione familiare, i ruoli di finanziatore, proprietario, amministratore e direttore sono generalmente accentrati in capo al titolare, al limite coadiuvato dai membri della famiglia. Questa situazione crea una pericolosa confusione tra patrimonio privato e patrimonio aziendale.
Il risultato è che diventa difficile applicare i moderni concetti di controllo di gestione e misurazione dei risultati, con l’impossibilità di valutare precisamente il valore e la redditività aziendali e il conseguente rapido allontanamento di potenziali acquirenti e investitori.
Altro problema dell’accentramento dei ruoli in capo a una sola persona è la generazione di un conflitto di interessi sistematico all’interno dell’impresa, che spesso porta a decisioni sbagliate, come investimenti poco giustificati a livello di ritorno finanziario o sottrazione di risorse a danno dell’azienda per l’arricchimento privato del titolare o dei suoi familiari.
La divisione dei ruoli di governo tra diverse persone risolve molti di questi problemi creando un meccanismo di controllo e sorveglianza reciproca sulla gestione e l’amministrazione, evitando possibili abusi a danno dell’azienda, del lavoro o della direzione.
Una governance corretta va poi completata con l'individuazione delle responsabilità gestionali dei manager e l’attuazione di una contabilità per centri di costo/di profitto, possibilmente sottoposta a revisione contabile da organo esterno e indipendente.
In questo modo si attuano i principi di una gestione sana e trasparente, che consente di individuare agevolmente costi, ricavi e prestazioni e di invogliare investitori, acquirenti, potenziali soci terzi e banche a investire nell’azienda o a comprarla.
In sintesi, per attuare una corretta corporate governance in una PMI, si dovranno separare i vari ruoli dell’imprenditore in quanto:
Se non lo si è ancora fatto, bisognerà procedere contestualmente alla individuazione dei diversi processi interni dell’azienda, alle risorse che richiedono, alle responsabilità gestionali dei singoli manager e all’attuazione di una contabilità moderna articolata su centri di costo e di profitto e sottoposta a revisione contabile da parte di una società specializzata.
L’attuazione di modelli di corporate governance corretti va inquadrata anche nell’ottica del vantaggio della famiglia dell’imprenditore. Una struttura di governo con una divisione dei ruoli che individua la responsabilità di ciascun familiare evita infatti pericolose confusioni e previene malintesi e litigi all’interno della stessa compagine familiare.
Una contabilità e una gestione trasparente che rilevano in maniera precisa cespiti patrimoniali, ricavi, profitti e quote permettono infine una divisione degli utili e una successione aziendale tra gli eredi molto più facili, ordinati e con meno conflitti.
In conclusione, la corporate governance va inquadrata come un potente strumento di conduzione dell’azienda, in grado di portare vantaggio alla stessa proprietà grazie alla sua funzione di razionalizzazione del governo dell’impresa e di garanzia che esercita verso tutti i protagonisti coinvolti.