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BUSINESS UP: da 8 anni al fianco delle PMI

Scritto da Marco Cavadini | 19-feb-2018 8.57.00

- Era il 2010 quando lei, Dr. Marco Cavadini, fondò Business Up. Può tracciare un bilancio di questi 8 anni?

"Il bilancio generale è positivo."

La nostra visione che le ditte sane, sul medio termine debbano generare valore per i loro azionisti, per i loro collaboratori e per il territorio in cui operano, rimane confermata. Business Up è solida ed è ben posizionata nella sua nicchia di mercato e i numeri ci stanno dando ragione. Dopo 8 anni siamo ancora più convinti che in molte aziende, specialmente in quelle con una certa storia, ci sia un alto potenziale di crescita e di sviluppo non sfruttato. Lavorando con le aziende abbiamo irrobustito il nostro modello di lavoro che oltre ad elementi strategici di medio termine (sui 2-5 anni), include ora maggiormente aspetti organizzativi ed operativi, sempre comunque legati ad un obiettivo strategico. Con le PMI bisogna sempre lavorare con grande concretezza. D’altro canto abbiamo anche verificato come i processi di cambiamento siano onerosi in termini di risorse, specialmente se misurate in tempo ed energia necessari per allineare tutti i portatori di interesse (dalla Direzione, ai quadri ai collaboratori) ad un processo di miglioramento, che sebbene ha come obiettivo un «futuro migliore per tutti» va portato in azienda con la giusta comunicazione. Si è rivelato inoltre determinante lavorare da subito sulla «governance» aziendale, in particolare rafforzando il ruolo del Consiglio d’Amministrazione (CdA), che troppo spesso non è strutturato e organizzato per svolgere il suo importantissimo ruolo di guida per l’azienda. Questo tema è per noi centrale”.


- La vostra missione è da sempre stata questa: «Selezioniamo aziende con potenziale di crescita, guidate da imprenditori motivati a ottenere il meglio per la propria azienda e per se stessi». Nell’attuale momento congiunturale, caratterizzato da grande instabilità ed incertezza, come operate e quali criteri utilizzate nel processo di selezione?

“Le crisi e i momenti congiunturali non cambiano il nostro criterio di selezione, anche se in effetti tendono a generare maggiori opportunità (sorride, ndr). Il nostro Business Check Up, si è rilevato uno strumento molto valido per noi, ma anche per i proprietari e la direzione, per farsi un’opinione oggettiva sulle prospettive di sviluppo possibili. Tutte le aziende che hanno fatto il Business Check Up sono rimaste molto soddisfatte, indipendentemente dal fatto che ci sia stato un seguito o meno”.

- Quali sono le tappe della vostra «analisi» o meglio, del percorso che le PMI intraprendono con voi?

“Come dicevamo, tutto parte dal Business Check Up, un’analisi interna ed esterna a 360 gradi che in un mese di tempo, con 3-4 incontri con l’azienda, permette a tutti di decidere se ci sono i presupposti per un progetto di sviluppo. Nel caso positivo, procediamo con un piano di sviluppo condiviso con la proprietà che prevede nel primo anno il consolidamento del «core business dell’azienda», l’irrobustimento del ruolo del CdA e l’approfondimento di opzioni di espansione futura. Finita la fase di consolidamento e approfondite le opzioni strategiche, sviluppiamo quindi le nuove opportunità. Il nostro progetto di sviluppo si focalizza comunque su obiettivi di medio termine (5 anni) in linea con la visione aziendale”.

- Si può delineare un profilo delle PMI con cui lavorate?

“Abbiamo un ottimo riscontro con aziende che hanno affrontato un passaggio generazionale. In questo caso la nuova proprietà è spesso motivata a prendere in mano le redini dell’azienda in un modo diverso, maggiormente strutturato e manageriale per farle fare un salto di qualità per garantirsi un futuro sul medio periodo. Interveniamo anche in casi nei quali il passaggio generazionale è ancora lontano, ma la proprietà vuole assicurarsi di arrivarci in modo ben programmato, con un azienda al massimo del valore e gestibile anche da una direzione non per forza legata alla famiglia (che rimane però l’azionista di riferimento). Un aspetto per noi fondamentale è la volontà della proprietà, la disponibilità della direzione aziendale ad investire risorse e tempo in un progetto di sviluppo”.

- Parliamo infine di team. Per affrontare le sfide continue poste quotidianamente, Business Up deve fare affidamento su competenze diversificate al proprio interno? Chi c’è in Business Up?

“Business Up rimane una boutique, con tre Senior Partners io e Alberto De Lorenzi, e Stefano Cavadini. Ciascuno di noi ha maturato una vasta esperienza imprenditoriale sia nello sviluppo di PMI che di nuovi progetti (startup), che mettiamo a disposizione dei nostri clienti. Interveniamo ad alto livello affiancando la direzione generale delle aziende e partecipando ai CdA. Siamo poi affiancati da due Business Developers con una pluriennale esperienza e da un’assistente a supporto. Seguendo le aziende nelle varie fasi, il nostro «core team» mantiene la visione d’assieme sulle esigenze del progetto, ma si appoggia poi ad una rete di partner consolidata che va a toccare tutti gli ambiti della gestione di un’azienda, come le risorse umane, il marketing e la comunicazione, la contabilità industriale, l’informatica…solo per citarne alcuni”.

- E Business Up sviluppa sé stessa?

“Certamente! Dopo 8 anni, oltre che al miglioramento continuo del nostro core business e ai progetti di incubazione, stiamo allestendo nuove idee imprenditoriali che ci porteranno ad un’ulteriore fase di crescita…ma questo sarà il tema della prossima intervista!”